
Parto da una piccola premessa…non sono un pescatore che pratica la pesca “native” che ha avuto un grande seguito negli ultimi anni, il mio target è principalmente la trota marmorata, o comunque pesci del fondovalle di taglia e di conseguenza difficilmente, forse meglio dire mai, mi reco a pesca nei riali o con attrezzature di casting ridotto.
Gli spot che frequento solitamente sono quindi caratterizzati da abbondanti portate d’acqua dove si alternano differenti scenari, dal raschio, alla buca, alla piana con acqua veloce, alla lama con acqua profonda.
Ormai, anche a causa di questo blocco non voluto, la bella stagione ha fatto il suo arrivo in tutto il suo splendore. L’acqua si scalda e anche la minutaglia inizia a “esplorare” il torrente e in questo periodo sarà più facile per noi, come per le trote, individuare piccole alborelle, cavedani, vaironi, ma anche trotelle frutto delle freghe del 2019…tutto questo nella mente di un pescatore di trote si riassume con una parola: JERK!
Pesca alla trota: guida al jerk, la tecnica
Il termine jerk per la pesca alla trota, solitamente, si utilizza per indicare quelle esche che necessitano di un recupero a scatti e colpi di cima per essere animate e che simulano il pesce foraggio.
A differenza di un minnow, un jerk ha una silhouette più snella e misure più contenute, solitamente sono in materiale plastico e la caratteristica che hanno quasi tutti i jerk è la capacità di riflettere molto bene luce. Il motivo penso già lo conosciate tutti, in caso contrario vi basterà guardare un giorno una piccola alborella che scappa sotto il pelo dell’acqua e lo capirete da soli.
Lo scopo di questa tecnica è quindi simulare un piccolo pesce in fuga, attuando recuperi veloci sotto il pelo dell’acqua o negli strati intermedi, alternando pause a jerkate più o meno intense per stuzzicare l’istinto predatorio delle trote che molte volte attaccheranno non solo per fame, ma anche per territorialità.
La pesca a jerk è tra le più divertenti, ma allo stesso tempo molto tecnica…la precisione di lancio, la gestione della passata e il contatto con l’esca sono essenziali per riuscire nella cattura. Questa è una tecnica che se praticata a dovere ci permette di affrontare praticamente tutte le condizioni di acqua che ci si presentano, a patto di scegliere il giusto jerk e la giusta canna.

Pesca alla trota: guida al jerk, le esche
Per affrontare il genere di spot di cui ho parlato nella premessa, un’esca che ci permette di stare bene in pesca in ogni situazione è il D-contact di Smith…io lo preferisco nella misura 85mm, ma anche nelle altre taglie (72 mm. ad esempio) si è rivelato molto catturante. È un jerk molto reattivo che sbanda parecchio ad ogni richiamo di cima, è piuttosto “aggressivo” e ottimo per una pesca su pesce attivo, ci permette di pescare sia a scendere, che a tagliare o a risalire la corrente. Secondo il mio parere, considerando anche la gamma di colori e misure, è uno dei jerk da trota più completi presenti sul mercato.
Recentemente ho avuto modo di provare anche queste due nuove esche sempre di Smith che, nonostante non siano jerk puri, si adattano perfettamente a questo genere di pesca: il cherryblood SR90SS e il TS Joint Minnow 110 sp. In caso di pesce meno attivo o tratti a corrente lenta, vi consiglio di provarli.
Pesca alla trota: guida al jerk, le canne
È sempre stato un problema trovare il giusto compromesso per gestire esche relativamente piccole e leggere, per insidiare pesci potenzialmente grossi e soprattutto in ambienti come quelli descritti sopra… mi sono sempre trovato nella posizione di dover scegliere tra la gestione ottimale dell’esca, oppure la “sicurezza” in caso di cattura.
Attratto dalla cura dei particolari, dall’estetica e dall’azione, ho deciso di provare una canna di casa Favorite, la Neo Breeze. Ho optato per il modello 762MH, quello che sembra racchiudere le caratteristiche che più si addicono al mio utilizzo, ovvero una canna leggerissima, lunga 7’6 (226cm) che permette di jerkare anche lateralmente a canna bassa senza problemi e che allo stesso tempo, grazie alla lunghezza, aiuta nel recupero e gestione della preda.

L’azione, che mi sento di definire fast, e il casting weight dichiarato di 10-45gr, con artificiali palettati in condizioni di corrente la rendono perfetta per le esche di cui abbiamo parlato poco sopra.
I punti forti di questa canna sono la grande sensibilità, che ci trasmette al meglio tutte le vibrazioni dell’artificiale, e la riserva di potenza nella parte inferiore. Queste caratteristiche ne fanno un attrezzo molto divertente in pesca con una piega molto lunga e armoniosa che asseconda perfettamente le fughe aiutando a prevenire le slamate, ma allo stesso tempo ci dà sicurezza in caso di cattura di taglia!
Il fusto è in carbonio ad alto modulo 40t, che unito ad anelli Fuji K-guides montati con struttura Fuji Concept ci assicurano lanci molto precisi, necessari quando vogliamo far arrivare la nostra esca. Una buona alternativa restando in casa Favorite, è la x1 762H che conserva le stesse caratteristiche della Neo Breeze, seppur con un fusto meno reattivo e quindi un azione più morbida che si adatta anche alla pesca col rotante.
Conclusione
Concludendo, sappiamo tutti che l’esca che assicura catture infinite e che si adatta tutti i pescatori non è ancora sta inventata. Che la canna tuttofare non esiste e racchiudere in un unico attrezzo le caratteristiche per pescare con un jerk, piuttosto che un minnow o un rotante è davvero impensabile, ma se siete nel dubbio non vi resta che provare ad ascoltare il consiglio di un malato di pesca come me…