
Dopo una salita c’è sempre una discesa, e dopo la discesa c’è un periodo di calma piatta, questo è ciò che si verifica sotto le acque dopo la frega del Bass. Il periodo post frega è uno di qui momenti “rognosi”, in cui troviamo condizioni difficili pesci apatici, magri e svogliati che dopo i grandi sforzi perdono energia e vigore. Le grosse femmine stanche stazionano sul fondale in relax, mentre alcuni maschi gironzolano alla ricerca di zone di sfogo per la loro eccitazione riproduttiva che oramai non andrà a buon fine. Eccoci ad affrontare una delle stagioni più impegnative che se affrontiamo senza valutare la reale situazione, rischia di essere avara di catture e con pesci di piccola taglia. Bisogna armarsi di pazienza ed applicazione che associate ad una buona dose di impegno possono regalarci catture di qualità. Il periodo è caratterizzato da temperature in rialzo, il sole scalda parecchio durante la giornata ed il pesce è molto sensibile in determinati orari.
Il pesce di taglia deve recuperare le forze e si ciba di prede che gli consentono “ciccia” facile con sforzi non eccessivi. In questa fase il bass è molto “suscettibile”, è facile imbattersi in pesci che schizzano via letteralmente appena ci avviciniamo senza le dovute cautele. Per quanto mi riguarda i fattori da considerare sono i seguenti: presentazioni supersilenziose e naturali che imitano prede di sostanza non troppo difficili durante le prime ore del sole, presentazioni finesse durante le ore centrali di giornata poco invasive e poco sospettose, tecniche un po’ più allegre e veloci durante la parte finale della giornata rispettando sempre con un approccio non invasivo. Per non dilungarmi troppo in discorsi retorici di esche e tecniche ne seleziono una per condizione, quella che considero avere una marcia in più nella specifica situazione. Iniziamo dall’inizio di giornata, in queste ore il pesce poco disturbato e poco sospettoso staziona sulle strike zone che costituiscono gli ambienti acquatici, la luce è in rialzo quindi bisogna stare attenti a non allarmare il pesce. Cominciamo con l’utilizzo di un jig trascinato a contatto con il fondo e fatto urtare contro le strutture che compongono il fondale, nel momento dell’urto con l’ostacolo lasciamo l’esca ferma ad “aprirsi” e riprendiamo il recupero. Questo utilizzo del jig mi ha regalato un gran numero di catture in situazioni post frega, la maggior parte delle mangiate avvengono qualche secondo dopo l’urto del jig contro l’ostacolo ad esca ferma. Per rendere più eccitante l’innesco possiamo dotare il nostro jig di paletta colorado inserita nel trailer, ci consente di aumentare la visibilità dell’esca durante la fase di discesa e di recupero. I jig che prediligo sono di peso compreso da ¼ 0z. a ½ oz. con amo grande e largo che diminuiscono il rischio di spiacevoli slamature. Come trailer opto per creature,double tail, chunk e gamberi dalla forma compatta che garantiscono l’ottimo movimento in fase di recupero. Per i colori è meglio predilire tinte sobrie e naturali non particolarmente sgargianti, quali marrone, marrone-nero, verde, verde-marrone con trailer in tinta coordinata. La giornata man mano che le ore passano si riscalda gradualmente, in condizioni di tempo sereno e soleggiato (tipica di giornata di questa stagione), mi armo di una canna da finesse dal ¼ oz. ai 3/8 oz. di potenza, del filo fluorocarbon da 6/7 libre e di tanta pazienza. La pesca finesse è da molti considerata noiosa e poco stimolante, non nascondo che è molto meno frizzante ed eccitante di altre tecniche ma è una fida alleata per catturare pesci che non sono intenzionati a “muoversi”. E’ una tecnica che va esercitata oltre che di “braccio” di “testa”, i lanci devono essere indirizzati da gesto motorio e da idee. Innanzitutto dobbiamo selezionare l’innesco, testina piombata con verme dritto per sassaie e strutture sommerse, split shot per zone ad erbai, secche, drop shot per scalini e cambi di profondità, erbai bassi e zone chiare tra chiazze di erba. Per il discorso teste piombate lanci lungi, peso della jig head 1/16 oz. 1/8 oz. vermi dritti morbidi e sinuosi con colori delicati in grado di trasformare in movimento le nostre sollecitazioni con il vettino della canna. Recuperi lenti a ridosso del fondale facendo alzare ed abbassare l’esca da posizione verticale a posizione orizzontale mi hanno sempre ripagato con catture degne di nota. Per quando riguarda lo split lanci molto lunghi all’interno di erbai con canna bassa ed amo che sbuca leggermente dall’esca per smuovere l’erba ed invogliare il pesce. Come esche sempre vermi dritti e con code arricciate con colori naturali watermellon e greenpumpkin in condizioni di nuvolosità anche smoke e purple. Per il discorso piombi selezioniamo quelli compresi tra il 1,5 gr. e i 3 gr. in modo da non spaventare il pesce all’ingresso in acqua. Il drop shot sui cambi di profondità e nelle chiazze di erba in crescita può smuovere gli esemplari più belli, non saranno particolarmente pesanti con pancie poco pronunciate ma la soddisfazione ripaga il tutto. Piombi particolatmente leggeri compresi tra 1/16 oz. e 3/16 oz. con amo scoperto e piccole esche quali vermini, piccole creature e piccoli gamberi. Anche in questo caso i colori su cui dirigersi sono i naturali che garantiscono un buon impatto è una costanza di mangiate. La fase finale della giornata è caratterizzata da un piacevole abbassamento della temperatura e dalla diminuzione della luminosità un vantaggio per essere meno visibili. Il pesce tende ad avvicinarsi a riva in cerca di qualche preda, occupando gli spot adiacenti alle sponde. Questa è la condizione che prediligo, il periodo è difficile ma la sera è il la nostra maggiore opportunità per raggiungere i grossi esemplari. Afferrò la canna da jerkbait e monto un minnow suspending di dimensioni comprese tra i 6 e i 9/10 cm. Prediligo utilizzare una canna da spinning da 3/8 oz. montata con un nylon da 8 libre e jerk dalla forma allungata e longilinea che mi consentono lanci lunghi e sospensioni senza sali/scendi. Lanciamo il nostro jerkbait contro le sponde, sopra ad alberi, al fianco di pontili, sopra sassaie, etc. i nostri amici centarchidi non esiteranno a farsi vedere magari su strutture che durante il pomeriggio risultavano deserte. Come per le altre tecniche lanci molto lunghi restando lontani dalle strike zone, recuperi alternati con sospensioni e animati scatti repentini. In questa stagione gran parte delle catture avvengono dopo la fase di sospensione, e non ad esca ferma come per esempio ad inizio stagione, bisogna star attenti a non strappar di bocca il jerk durante il movimento. Come colori sembrerò ripetitivo ma prediligo i naturali schiena marrone, schiena verde, argento nero per imitare il più possibile la potenziale preda senza “allarmare”. In conclusione voglio congedarmi con la consapevolezza di essere stato ermetico ma con la speranza di aver dato un utile consiglio per affrontare una delle condizioni più antipatiche e difficile del fantastico mondo della pesca al bass.