
Qualche consiglio, segreto e considerazione per affrontare la bella stagione
Molti di noi legano la propria passione del trout area ad una pesca prettamente invernale. Non è un segreto che questa disciplina ha coinvolto tanti appassionati così da diventare fenomeno nazionale ed estendere la propria attività in tutte le stagioni.
Il Trout Area in Primavera, apre a degli scenari molto interessanti che premiano il più lesto ad adattarsi e chi trova il pesce nel minor tempo possibile.
Lo stazionamento
A seconda della tipologia di lago la bella stagione vedrà un’accesa attività nelle ore mattutine anche per via della luce non troppo alta, con trote negli strati superficiali. Solitamente, (anche per via della pressione di pesca) il pesce tende a posizionarsi ad un livello intermedio, senza però disdegnare qualche sortita a galla per cacciare. Ricordo una competizione svoltasi in maggio con tempo molto nuvoloso in cui mi giocai una finale pescando tutto il tempo con crank di superficie o che lavorassero poco al disotto.

La ricerca
Nel Trout Area in Primavera, come avrete capito l’adattamento è tutto. Quando è chiaro e lampante che il pesce è aggallato, il nostro unico pensiero sarà quello di trovare esca e recupero vincente (il connubio tra le due a dire il vero). Il problema è quando il pesce si abbassa, secondo la mia esperienza si può abbassare a più livelli e muoversi in maniera veloce con il risultato di prendere un pesce ogni tanto senza capirci molto.
Quando mi trovo in questa situazione comincio con l’uso di spoon non troppo leggero. 1,9 gr. come il mio fidato smith essential, è il peso che scelgo per muovermi tra gli strati d’acqua senza perdere troppo tempo attenendo la discesa. Importante su laghi a profondità accentuata, contare i secondi di discesa. Questo per la verità è fondamentale in tutte le stagioni e in tutte le tecniche da laghetto.
I colori
Il consiglio è sempre lo stesso..”variare”, non incaponirsi sul colore che ci ha dato la prima cattura. Nella mia esperienza del Trout Area in Primavera però, ho selezionato dei colori che non devono mai mancare nella mia cassettina.
- Il verde e le sue sfumature, dalle più accese alle più naturali ci offre una pletora di scelte che possono metterci in condizioni di pescare in tutte le condizioni di luce e di pressione.
- Il bianco, è un colore universale ma che torna molto utile con il cielo coperto e al mattino
- Il grigio e le sfumature più scure fino ad arrivare al nero, a volte è letale in condizioni di luce debole e altre volte torna alla ribalta come colore da provare con luce accesa, questo è per me un argomento ancora in fase di studio.
- L’azzurro invece è per me un colore “segreto” (ecco ora non lo è più!), davvero vincente in molti laghi del nord che frequento con assiduità. Ideale per restare naturali anche in profondità, bene anche accoppiato all’argento.

Il recupero
Come dicevo in precedenza, non esiste l’esca vincente senza il recupero giusto. Quindi se state pensando che il recupero fa la differenza, beh, non siete per nulla fuori strada. Penso che il recupero sia, come ovvio, molto legato all’attività del pesce. Ma in questa situazione primaverile oltre ai giri di manovella provo sempre a variare l’altezza della canna. Mi permette di tenere più alti spoon più pesanti e spesso ho notato che mi da un vantaggio in termini di reattività alle spizzicate dei pesci stanziali già punti.
Il crank, menzione d’onore
Come sempre, quando il pesce è apatico non si può non avere una canna montata con il crank (la mia è la Favorite Vivid 632UL). Anche nel Trout Area in Primavera, utilizzo crank ad azione shallow per quei pesci che stazionano in superficie, con la variante di fermarmi molto spesso e farlo semplicemente “cerchiare”, con l’arrivo dello Smith Calmo mi sono ritrovato sempre più spesso ad utilizzarlo per questo giochetto.
I crank palettati, allo stesso modo in cui vi ho spiegato gli spoon non eccessivamente leggeri, mi tornano utili per provare vari strati d’acqua arrivando al punto giusto in pochi giri di manovella e mantenendo l’andatura lenta. Smith Sibo-cra DR e MR (guarda video di nuoto) in questo caso sono ottimi per fare l’ennesimo “giochetto”. Quando risalgono verso la superficie, se trattenuti con una leggera pressione del filo, scodano in maniera ampia. Questa caratteristica che ho trovato unica li rende letali proprio in questa fase perché godono di movimento a velocità zero. In pratica è l’unica esca che viene attaccata in risalita anziché in caduta.

grazie dei consigli, mi interessa molto quell’effetto che ottieni facendo cerchiare il crank a galla. complimenti
Grazie a te Nicola per averlo letto.
Il far cerchiare a galla il crank ti tornerà utile in tante occasioni, imitando un piccolo insetto in difficoltà sulla superficie dell’acqua.