
Saró sempre dell’idea che non è il fiume che deve adattarsi a noi, ma noi che dobbiamo addatarci al fiume. Questo lo dico perché ho iniziato ad utilizzare questa Hard Bait per un fatto di necessità, dal momento che con una determinata condizione ho riscontrato un’estrema compatibilità dell’esca con lo spot e l’atteggiamento dei pesci.
– LE CONDIZIONI
Ho iniziato a frequentare nuovi spot, che contrariamente a gli altri posti in cui vado a cercare la marmorata, ovvero fiumi di fondo valle o comunque da portate importanti, sono torrenti di media grandezza.
Questo vuol dire tanto raschio, tanta corrente ed acqua fredda. Certo è che ci sono anche delle buche, ma non saranno mai buche caratterizzate da correnti lente, anzi, avranno sempre un flusso d’acqua costante e veloce.

Il momento migliore per cercare dei bei pesci in questi luoghi (o comunque, posti con caratteristiche simili) è senza ombra di dubbio da inizio stagione fino a circa metà stagione, con l’innalzamento delle temperature. È un discorso di quantità d’acqua più che di caldo o freddo, perché se c’è una cosa che ho imparato in pesca è che la marmorata ha bisogno di acqua per attivarsi ed entrare in caccia.
– PERCHÉ PROPRIO LO Smith D-Contact 85 Saltwater?
La mia scelta è caduta sullo Smith D-Contact 85 Saltwater per una serie di motivazioni non scontate, a cui sono arrivato solamente utilizzandolo “sul campo”.
In anzi tutto, è un proiettile, aerodinamico, si spara a distanze davvero notevoli dal momento che mantiene una forma molto fine e compatta, permettendo lanci lunghi e precisi, cosa essenziale quando si pesca in torrente.
Lo Smith D-Contact 85 Saltwater è un’esca con una tenuta di corrente pazzesca, quindi posso utilizzarlo dove mi pare, dalla buca, al raschio profondo a quello basso, fino ad arrivare alle piane. Diciamo che è un Jerk tutto fare, così mi piace definirlo.

Entra subito in azione, dal momento che con la maggior parte del peso disposto sulla parte posteriore si ottiene un’azione wobbling in fase di caduta semplicemente irresistibile, soprattutto quando stiamo pescando a ridosso delle tane dei pesci.
Un’altra cosa da non trascurare è che grazie alla sua compattezza e peso, entrando subito in pesca non mi fa perdere un solo centimetro di passata nella strike zone. E quando si pescano le marmorate in torrente, 1 Cm può davvero fare la differenza tra una cattura o lo zero più totale.
È un’esca che mantiene il proprio assetto con i recuperi lineari, ma allo stesso tempo in fase di jerkata spancia notevolmente, generando flashate davvero vistose.
Grazie al suo wobbling costante è un’esca che genera molto volume in acqua e di conseguenza, smuove davvero parecchie trote.
– LA TIPOLOGIA DI RECUPERO
La pesca con i minnow o con i jerk mi ha veramente permesso di prendere pesci che con un rotante o un ondulate solamente inseguivano, il perché? Sta tutto nel recupero.
Quando vedo un pesce col muso attaccato all’esca ma non attacca cerco sempre di capire in quale maniera posso ulteriormente stimolarne l’aggressività, questo posso farlo grazie a dei semplici cambiamenti durante l’azione di recupero.
Qui si apre un discorso vastissimo, dal momento che ogni pesce è diverso. Molto spesso mi capita di veder impazzire le trote con recuperi lenti a jerkate molto strette, ma ci sono stati casi in cui, uno stop dopo un accelerazione ha scaturito l’attacco del predatore…

Non ci sono regole, non ci sono trucchi, bisogna solamente provare e riprovare, perché come già detto, ogni pesce ha i suoi comportamenti.
Nelle buche più profonde solitamente utilizzo il D-Contact 85 con dei sali scendi, più o meno ampi a seconda dello spot. Mentre nei raschi faccio una vera e propria passata, lanciando verso monte facendo scendere il jerk con la corrente, sfruttandone tutto il suo potenziale.
– IN CONCLUSIONE
La pesca con hard bait di questo tipo è anche un’espressione di fantasia da parte del pescatore, nel senso che non esiste uno stile standard di recupero, ma sta a noi, leggere la situazione e capire quale sia il recupero migliore in quelle circostanze. La pesca è anche sperimentare, osare, è anche vedere pesci importanti arrivare a 1 cm dall’esca ad una velocità supersonica per poi bloccarsi di colpo e tornare in buca. Ma è anche capire, avere senso dell’acqua, interpretazione. E questo, lo si impara solo stando più tempo possibile sul fiume.