
Spesso mi ritrovo a fantasticare ed a riflettere su quella che è stata per me, una delle più esaltanti esperienze di pesca, no, decisamente la più esaltante esperienza di pesca, che io abbia mai vissuto, parlo del Barracuda Tour 2018 , a Port du Crousty, Arzon, a nord ovest della Francia, dove una sessantina di imbarcazioni si danno battaglia sulle acque prospicienti il porto, alla ricerca sopratutto di spigole. L’esca che la fa da padrona sono tutte le creazioni che l’azienda francese FIIISH ha messo sul mercato negli ultimi anni, ed in particolare Black Minnow e Crazy Sand Eel. In quell’occasione, ho preso contatto e confidenza con un tipo di tecnica, sviluppata ed affinata dalle guide locali, proprio per pescare la spigola, e così anche la creazione e lo sviluppo di alcune esche, sono state, concedetemi il termine, ottimizzate per la pesca di sua maestà la regina, e per questo tipo di tecnica chiamata “on the bottom” , o a battere sul fondo.

Il contesto a me più familiare
Ora, cercherò di inserire questa tecnica, in un contesto a me più familiare, come le acque lagunari e le acque prospicienti ad essa, le bocche di porto e tutte quelle aree ricche di infrastrutture, dighe e manufatti, paratie, dighe frangi flutto, sommerse e non. Penso, per esempio, alle strutture del Mose, tutte situazioni ideali per la pesca della spigola. La tecnica sarà fondamentalmente questa: si scarroccia con la barca facendo battere l’esca sul fondo, recuperandola a dente di sega, in tutte le sue possibili varianti, che andremmo ad analizzare. Gli spot che sonderemo sono vari e molto diversi tra loro accomunati solo da una probabile presenza di prede e per questo tutti, anche se in periodi diversi dell’anno, di sicuro interesse. In alcuni di questi canali, in particolar modo le bocche di porto, la pesca molto spesso è interdetta, ma comunque quasi sempre ben sopportata; se teniamo conto che ci muoviamo sempre e non siamo ancorati, con un po’ di attenzione e buon senso, non arrecheremo nessun disturbo alla navigazione altrui.
Abbinamento tra teste e corpi
Le soluzioni e le configurazioni, l’abbinamento tra teste e corpi, che la FIIISH ci mette a disposizione per tutte le sue esche siliconiche, ci permette di affrontare correttamente tutte le situazioni che l’ambiente, dove stiamo pescando, di volta in volta ci presenta, compreso l’evolversi della marea, con i suoi picchi e le sue stanche, anche quando, in situazioni limite di forte corrente e vento contrario sostenuto, scarrocceremo a 1000 all’ora. Quindi, se lo scarroccio non è eccessivo e ci dedichiamo alla pesca della spigola nei picchi di marea, o durante le maree più blande, la configurazione dell’esca scelta, sia essa Black Minnow, Crazy Sand Eel, od altre che poi vedremo, sarà con le teste più leggere, ma sempre sufficienti a farci toccare il fondo ed a permetterci una corretta azione di pesca. La strumentazione di bordo, e tanta esperienza, farà il resto, e ci permetterà di ottimizzare sempre queste scelte.

La giusta azione
Ma cominciamo ad analizzare in maniera più approfondita la giusta azione di pesca : lanceremo l’esca in direzione opposta allo scarroccio, la si fa andare sul fondo, finché la testa vi batte, si chiude l’archetto del mulinello, jerkata ampia con la canna, da ore 3 ad ore 12, si riabbassa la canna, riprendendo, grazie allo scarroccio ed ad un lento recupero, il contatto dell’esca accompagnandone l’azione finché tocca nuovamente il fondo, a questo punto si ripete la jerkata e così via a sondare lo spot scelto; al nulla di fatto, si risale la corrente e si ripete l’azione di pesca, e così per i vari spot scelti. Attenzione a mantenere sempre il contatto con la vostra esca, spesso l’attacco sarà subito dopo le pause ed in caduta. Finché manterremo la battuta sul fondo, la nostra azione sarà produttiva con il suo lento ma costante richiamo dell’esca verso l’imbarcazione, quindi ricapitolando: lancio, battuta, jerkata , recupero, battuta, jerkata , recupero, e così via. Un semplice disegno vi aiuterà a comprendere la corretta azione di pesca, così ritmica e precisa.

Se lo scarroccio aumentasse, per corrente e/o vento, si cambia configurazione, optando per esche con teste più pesanti o profili diversi, in modo d’avere in acqua, sempre un esca bilanciata e dal nuoto naturale. Può capitare che sia opportuno, in condizioni estreme, che l’esca vada letteralmente appoggiata dal fianco della barca, e fatta affondare così piuttosto che lanciata. La corsa della barca, spinta da vento e corrente, farà il resto, portando velocemente la nostra insidia a battere il fondo a 30/40 metri dallo specchio di poppa, e solo allora, cominceremo la nostra solita azione di pesca, fatta di ampie jerkete, battute e recuperi.
L’esca più utilizzata
L’esca più utilizzata, neanche a dirlo, è il Black Minnow ma, una volta preso confidenza con la Crazy Sand Eel, che necessita di jerkate più potenti seguite da recuperi più veloci anche di svariati metri verso la superficie, tecnica fra l’altro, da provare anche col black per la pesca della spigola di taglia restie all’attacco, e repentine cadute verso il basso, a battere il fondo, ci si apriranno altre soluzioni ed altre possibilità di catture. Ancora una volta, sarà l’esperienza, la voglia di cercare, di cambiare, di sperimentare, ad indicarci quale delle soluzioni, in quel particolare momento sarà la più produttiva. I Francesi, grandi maestri di questa tecnica, usano tantissimo la Crazy Sand Eel, che asseriscono essere micidiale, se manovrata nel modo corretto e, posso aggiungere,diventerà quasi una scelta obbligata con situazioni di grande scarroccio e buona profondità, per il suo profilo idrodinamico e sprovvisto di paddle!
Le nuove nate in casa Fiiish
Negli ultimi tempi, sono nate in casa FIIISH, nuove famiglie di esche siliconiche che possono essere utilizzate con successo in altre situazioni di pesca, dove la diversa profondità dell’acqua, la minor corrente e la conformazione dello spot ci consiglia di usare esche più leggere, presentazioni più naturali, delicate; parlo della laguna vera e propria, con i suoi grandi laghi, spot interessanti per la pesca della spigola ad inizio stagione. La fitta rete di canali di acqua salmastra con porte e paratie e piccoli ricoveri di barche, dove sotto ogni chiglia, dietro ogni briccola ed ogni scalino o manufatto, si può nascondere lei, la nostra regina. Situazioni dove la marea ed il vento ci faranno scarrocciare meno e tutto si fa più consono, per la familiarità degli spot, alle nostre attitudini e conoscenze di lanciatori, sarà più semplice riconoscere dove lanciare le nostre esche, adattando la tecnica poco innanzi descritta. L’attrezzo sarà più consono alla gestione di esche inferiori ai 10 grammi fino ai 30/40 gr, ed all’occorrenza comunque, ancora una volta, ci verrà in aiuto la vastissima gamma di configurazioni che le gomme FIIISH, ci permettono. Volutamente non parlo di colori, certo di infilarmi in un ginepraio, ma credo anche sia giusto lasciare ad ogni pescatore le sue convinzioni, che possa da li partire e scoprire, una volta entrato nel mondo FIIISH, di quante soluzioni cromatiche può avvalersi, sfruttando colori naturali e di contrasto, colori UV e FLUO … insomma c’è di che divertirsi !!!
Ma torniamo alle nostre esche siliconiche, quindi ok i Black Minnow e le Crazy Sand Eel, montate con le teste più leggere, ma via libera ad altre esche che reputo, in questo aspetto più soft della tecnica in sospensione, micidiali! Parlo delle CRAZY PADDLE TAIL da 15 cm. , che possono montare le teste della Crazy Sand Eel 150 fino a 30 gr, e delle stratosferiche BLACK EEL in 2 misure e 5 grammature, fino a 40 gr. La particolarità che accomuna le due esche, è che entrambe portano una paddle, coda, rivolta verso l’alto, su di un corpo allungato e sottile. Questo accorgimento permette un nuoto a stretto contatto del fondo, non essendo più un impedimento la coda, e peculiarità intrinseca del suo profilo, una vibrazione e nuoto possibili, anche con scarrocci minimi e poca corrente, ottimizzando presentazioni altrimenti poco efficaci. (Guarda il video dell’azione in acqua della Black Eel)
Sapienti saliscendi a battere il fondo effettuati col cimino della canna e leggere pause, permetteranno presentazioni con esche sospese di poco sopra il fondo, e poi richiami a salire, discese, battute, poi ancora, leggero richiamo, trattenuta con conseguente nuoto in sospensione, ancora jerkata a salire, caduta e via così … un’ infinità di soluzioni che fa della tecnica “on the bottom” nelle nostre acque venete, ma non solo, una tecnica tosta ma anche varia, produttiva e divertente per la pesca della spigola.

Tecnica per molte specie di prede.
Ciò che scoprirete è che questo tipo di esche e queste presentazioni interesseranno molte specie di pesci, regalandovi sempre uscite di pesca divertenti e produttive. Quella della pesca con esca in sospensione è cosa che possiamo fare con tutte le esche FIIISH, basterà sollevare di poco l’artificiale dal fondo, scarroccio e corrente faranno il resto; ma i pigri canali lagunari sono gli spot ottimali per provare questa tecnica, lasciandoci portare dalla corrente verso il mare e lanciando, per esempio, una Black Eel con testa sabot, verso il canneto, sondando lo scalino sottostante fino a centro canale, alternando sempre, lente jerkate , battute sul fondo, soste e recuperi. Queste soluzioni, aiuterà nella pesca della spigola più apatica o pescata in spot dove la grande pressione di pesca, rende la nostra regina molto sospettosa.
L’attrezzatura è deteminante.
Determinante per una corretta presentazione dell’esca e dell’azione di pesca è sicuramente l’attrezzature, che merita due parole a parte. Cercate tra le vostre canne degli attrezzi che siano tra i 7”e 6’ ed i 9” (2,30/2,70) , ne serviranno almeno 2, una con range di utilizzo 20/50 e la seconda che abbia come range massimo 80/100 gr. Con la prima sonderemo i canali lagunari, i grandi laghi, gli scalini adiacenti, briccole e manufatti tipici della laguna, dove, a parte situazioni limite, non troveremo mai le condizioni che troviamo lungo i grandi canali portuali, le bocche di porto e le strutture ad esso collegate, dove scarroccio, corrente e profondità dell’acqua, ci obbligheranno ad andar giù sicuramente più pesanti e quindi, con la seconda canna scelta.
Ma oltre al range è anche e soprattutto l’azione che determina l’attrezzo ottimale : la canna è una parabolica progressiva con un’azione spostata verso la ¾ della canna stessa, cosa vuol dire ??? Vuol dire che la canna, pur conservando un buon pedone, non deve essere “fast”, la punta deve flettere in modo armonico raccordandosi e caricando il fusto della canna, che potrà così, rilasciando l’energia accumulata, conferire alla nostra esca il giusto movimento, senza strappi e stoppate innaturali, in particolar modo, quando solleviamo la canna da ore 3 ad ore 12 , con un movimento morbido, armonico ed efficace! Se non avete una canna con queste caratteristiche cercatela nelle nuove produzioni FAVORITE, dedicate al saltwater, nella gamma X1 Offset Speciale Italia e X1 Offshore , nelle Cobalt, e nelle piu belle e prestigiose Shooter Offshore… tutti questi attrezzi, vi stupiranno per qualità, affidabilità, look e, che non guasta, prezzo.
Il Fiiish Power Tail
Le ultime parole le spendo per un’altra chicca di FIIISH, il Power Tail SW presente in tre taglie, 60,80 e 100 mm del peso rispettivamente di 18, 35 e 58 gr. E’ un esca che poco ha a che fare con la tecnica qui descritta ma trova un utilizzo particolare in certe condizioni sugli spot che ci interessano e che vi esorto a provare … in determinati periodi, l’estate soprattutto, la spigola, anche di taglia, si imbranca con altri predatori come il serra o le piccole amia, e cade spesso vittima di artificiali e tecniche non espressamente dedicate alla sua cattura … la troviamo spesso, in questa strana coabitazione, in posti dove, per effetto della corrente, od ostacoli sommersi, l’acqua mulina e scava profonde depressioni, portando la profondità a misure inusuali per questi ambienti o, più raramente, anche alle foci dei fiumi. Ecco che, in quel caso, ma non solo, un esca di questo tipo che emette forti vibrazioni, può indurre all’attacco un pesce, che altrimenti sarebbe poco stimolato.
La tecnica per la pesca della spigola è sostanzialmente questa, ma anche qui personalizzazioni e varianti sono cose utili ed opportune : si lancia e si fa andare l’esca sul fondo, la si alza subito, poiché l’amo esposto si può incagliare facilmente, si recupera poi in modo lineare mentre la barca scarroccia alternando pause e recuperi finché l’esca è sotto la barca, si risale lo spot e si ripete, anche qui, un disegno, vi aiuterà meglio a capire. Ci sono momenti in cui entrerete nel branco dei predatori quasi trainando il vostro Power Tail e, non so dirvi il perché, ma spesso l’attacco sarà della spigola, provare per credere! (Guarda il video del Power Tail in azione)

Conclusione
Ecco, spero di avervi dato una serie di spunti, di riflessioni ed idee, da provare e da verificare sul campo … la mia non vuole essere assolutamente una lezione di pesca, anzi, spero però di avervi fatto passare un po’ di tempo con la lettura del mio scritto, in modo piacevole e costruttivo, nella speranza che molti di voi abbiano trovato in questi luoghi a me familiari, situazioni simili ed ambienti da voi abitualmente frequentati, dove quindi questa tecnica e queste esche, possano essere usate con successo per la pesca della spigola … se sarà cosi, avrò colto nel segno. Grazie, e vi possa in pesca, guidare sempre il buon senso, buon Fiiish a tutti !!!