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Insidiare il luccio

Insidiare il luccio

da Davide Cislaghi / martedì, 08 Marzo 2022 / Pubblicato il Blog
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In questo scritto parleremo delle tecniche per insidiare il luccio e delle attrezzature che ci serviranno per affrontare al meglio questo vorace predatore che può raggiungere taglie davvero ragguardevoli.

Innanzitutto è bene ricordare che, come per la marmorata, la popolazione del luccio sta subendo una drastica diminuzione e sarebbe quindi buona cosa evitarne quanto il più possibile il prelievo, considerando anche l’ambiente ormai compromesso che non ne permette una riproduzione efficace.

Detto ciò, anche per chi pratica il catch&release ci sono delle accortezze che bisogna adottare per far si che il pesce una volta rilasciato torni veramente a nuotare tranquillo e beato e non vada a morire sul fondo del lago, oppure si ripresenti a riva qualche ora dopo a pancia all’aria.

Le Basi

Le basi per approcciarsi a questa pesca sono dettate dal buonsenso di ognuno di noi, ma ci sono delle regole “non scritte” che bisognerebbe rispettare se realmente teniamo alla salute del pesce:

  • Utilizzare attrezzatura ben dimensionata e dedicata al luccio;
  • Munirsi di un guadino di una misura adeguata ad accogliere un pesce che può arrivare al metro di lunghezza o anche più;
  • Portare sempre con sé delle pinze lunghe, anche 30cm, perché potrebbe capitare di dover slamare un pesce che ha mangiato profondo e saranno quindi utili per tenere le mani al sicuro dai suoi tanti se non troppi denti affilati;
  • Il terminale in acciaio, titanio o fluorocarbon (da minimo 1mm), montato prima dell’esca, sarà indispensabile e dovrà essere lungo almeno 30cm per evitare che in caso di contatto dei denti con la lenza quest’ultima venga tagliata di netto.

Sono certo che la maggior parte di voi sarà sicuramente stufa di leggere questi consigli, che sono sempre gli stessi da anni e anni, ma tutt’oggi molti pescatori se non sono obbligati dal regolamento, pescano il luccio senza terminale anti taglio ed un luccio che taglia la lenza e se ne va con un’esca in bocca è quasi sicuramente destinato alla morte.

Quando

Il luccio può essere insidiato in tutte le stagioni, soprattutto nei grandi laghi, a patto di sapere dove e quando cercarlo.

La stagione che preferisco per pescare il luccio è l’autunno: le temperature in calo, l’acqua inizia a rinfrescarsi e il tempo instabile genera bassa pressione che, come sappiamo, mette in attività i pesci predatori. In questo periodo il luccio è abbastanza attivo, quindi potremmo trovarlo anche negli strati superiori della colonna d’acqua, intento a cacciare sul pesce foraggio che inizia a radunarsi in branchi più grossi prima di spostarsi definitivamente verso il fondo quando le temperature caleranno eccessivamente. In questa stagione possiamo anche sbizzarrirci con le esche…swimbait, spinnerbait e anche grossi top water possono regalarci catture degne di nota.

Con l’arrivo dell’inverno gli strati d’acqua superiori si raffreddano molto velocemente, facendo sì che il pesce foraggio inizi la sua discesa verso il fondale in cerca di acque più miti ed ovviamente il luccio a sua volta si sposterà in profondità seguendo le sue prede. Qui passerà il resto dell’inverno rallentando il suo metabolismo e rendendo le cose davvero difficili a noi pescatori. Nella stagione fredda le esche che ci daranno qualche chances di cattura in più saranno grossi shad montati su pesanti jighead con cui proveremo ad effettuare una pesca molto lenta a ridosso del fondale.

Quando arriva la primavera

In primavera con l’arrivo delle belle giornate e le temperature in salita, il luccio riprende la sua attività ed in vista della frega (informatevi sul periodo nelle vostre acque) inizierà a spostarsi in acqua più bassa e ad alimentarsi più frequentemente. Grosse swimbait, gomme poco piombate (blaster shad), ma anche jerk o spinnerbait passati sugli erbai potranno dire la loro in questo periodo dell’anno.

Per finire l’estate, che se da un lato ci farà divertire con lucci di taglia piccola che meglio si adattano alle temperature estive, renderà quasi impossibile intercettare i big che cercheranno i posti più freschi del lago finendo per inabissarsi a profondita difficilmente raggiungibili pescando a lancio. Una soluzione, se si dispone di una barca, potrebbe essere trainare con grosse esche su batimetriche importanti, ma pescando a quelle profondità bisogna sempre mettere in preventivo la possibile morte del pesce durante il recupero per shock termico e per lo sbalzo di pressione.

Ovviamente non tutti gli spot rispettano la stessa stagionalità e l’unico indicatore di cui dovremo tenere davvero conto è la temperatura dell’acqua ed agire in funzione di essa.

Attrezzatura

Parliamo ora di attrezzatura per insidiare il luccio, che se per moltissime tecniche di pesca può non essere considerata un fattore in grado di fare la differenza, per il luccio invece è davvero importante.

L’aspetto principale di cui bisogna tenere conto nella scelta dell’attrezzatura è l’estrema delicatezza dell’esocide. Sebbene possa sembrare un pesce forte, soffre particolarmente in combattimento a causa dell’acido lattico che accumula nella muscolatura arrivando anche a morire in caso di combattimenti troppo prolungati.

Per questo motivo l’ideale sarebbe utilizzare strumenti potenti e affidabili, in grado di combattere un pesce anche da 10kg senza fatica e capace di portarlo a guadino senza particolari problemi e senza eccedere nei tempi di combattimento.

Il mio consiglio per insidiare il luccio con attrezzatura da casting, che oltre ad avere maggiore potenza in fase di recupero del pesce, vi consentirà inoltre di lanciare tutte quelle bellissime e super realistiche esche da centinaia di grammi (ed euro) a cui non riusciamo a resistere ogni volta che entriamo in un negozio di pesca.

La canna

Sempre grazie al marchio Old Captain, ho la fortuna di pescare con quelle che a mio avviso sono tra le migliori canne da luccio al momento presenti sul mercato…le Magnum Husky Nex di Smith.

Il marchio Smith è tra i migliori al mondo nella produzione di canne da pesca e la qualità nei suoi prodotti è ad un livello davvero altissimo; leggerezza, sensibilità e reattività sono il punto forte di questa serie di canne da casting per il luccio che vi permetteranno di pescare in sicurezza e soprattutto di godervi a pieno le vostre pescate.

L’estetica molto sobria, fusto nero e sughero di primissima qualità, fa sì che anche dopo anni risulti sempre attuale. Tutte le canne della serie, sono offsets, ovvero con manico rimovibile e fusto in unico pezzo e sono anellate con anelli fuji sic e portamulinello integrato nel manico.

Oggi vi parlo di 2 modelli in particolare della serie Nex che personalmente ho scelto come compagne di pesca: 74H e 76sh

Nex 74H (Heavy)

La Magnum Husky Nex 74H è la più leggera della serie, lunga 7’4 e un grezzo calibrato per essere utilizzato con trecciato fino al PE 10. A mio parere questa è la canna ideale da scegliere come all-round per la pesca dal piede perché ci permetterà di utilizzare al meglio un vasto range di esche con un solo attrezzo.

Che si tratti di top water da poche decine di grammi come rane, wtd o crawler, oppure swim di misura media, questa canna saprà gestire al meglio ogni situazione.

La casa madre non dichiara il casting weight max, ma dopo mesi di utilizzo posso dirvi che non avrete problemi a lanciare esche fino ai 120gr.

È dotata di una cima molto sensibile  in grado di trasmettere anche le mangiate più leggere, ma mantiene allo stesso tempo una grande riserva di potenza nel fusto che vi permetterà di tenere testa anche ai pesci più grossi.

NEX 76SH (Super Heavy)

La Magnum Husky Nex 76sh è la canna di cui non faccio mai a meno specialmente durante le uscite in barca, molto potente ma allo stesso tempo godibile anche con esche e catture non  oversize.

È lunga 7’6 e ha fusto e cima maggiorati rispetto al modello 74H, così da garantirci un casting weight max che arriva tranquillamente a 200gr, nonostante mantenga un line rate max dichiarato PE10.

È la canna ideale per chi cerca il big nelle grandi acque con grandi esche, replicant, grosse swimbait, shad montati su jighead anche pesanti e grossi spinner sono il suo pane.

Un aspetto di cui è stato tenuto conto durante lo sviluppo di queste canne è il bilanciamento dei materiali costruttivi che come risultato hanno dato una canna molto equilibrata durante tutte le fasi della pesca, dal lancio, al recupero del pesce, garantendo inoltre un’ottima capacità di allamata anche sulle ferrate a lunga distanze e una bassissima percentuale di slamate. Questa secondo me è un’accortezza non da poco, specie considerando i regolamenti sempre più stringenti che in alcuni casi addirittura vietano l’uso delle ancore, in favore degli ami singoli senza ardiglioni.

Il Mulinello

Una volta scelta la canna, non ci resta che accoppiargli un degno mulinello. Come già detto sopra, per questa pesca non bisogna risparmiare e come per la canna, anche il mulinello dev’essere di qualità eccelsa.

La prima distinzione da fare è tra mulinelli low profile e roud profile: nel primo caso il vantaggio è una migliore palmabilità che si traduce in comodità in pesca, nel secondo caso  invece avremo sicuramente più scelta tra strumenti adatti a pesche gravose, ma le dimensioni maggiori potrebbero risultare scomode ai più.

Personalmente mi affido a dei low profile in taglia 300 che ci permetterà di caricare parecchi metri di trecciato di misura generosa, con una frizione molto potente.

Filo e minueria

Una volta scelti canna e mulinello, è il momento di pensare alla linea che ci metterà in comunicazione con l’esca. La scelta tra nylon e trecciato è sempre una cosa molto soggettiva, ma i vantaggi a favore del trecciato sono davvero tanti:

-il diametro inferiore a parità di tenuta, ad esempio, ci permetterà di poter caricare più metri nel mulinello;

-la maggiore durata nel tempo del trecciato, che non subisce un invecchiamento rapido dovuto agli agenti atmosferici  come invece capita al nylon, ci permetterà di pescare più di una stagione senza doverci preoccupare delle sue condizioni di efficienza;

-la sensibilità di molto superiore al nylon grazie alla sua elasticità praticamente azzerata, ci farà percepire ogni singolo movimento dell’esca e anche le toccate più leggere, oltre a trasmetterci alla perfezione la conformazione del fondale nel caso in cui pescassimo bottom.

Cavetto

Per finire, il famoso cavetto anti taglio di cui vi ho parlato sopra col relativo moschettone e girella dovranno essere quanto più resistenti possibile. Girelle da 100lb sono il minimo a cui potremo affidarci e come le girelle anche per i moschettoni vale la stessa regola, anzi volendo si può anche salire col libraggio senza problemi dato che ai fini della cattura non faranno assolutamente differenza.

Per il cavetto invece esistono infinite scuole di pensiero, chi preferisce l’acciaio che resta più “morbido”, chi il titanio che risulta più fine e chi il fluorocarbon da 1mm per guadagnarne in trasparenza.

Io quando posso utilizzo il fluorocarbon, specialmente nei laghi con acqua molto trasparente, più per convincere me stesso di avere maggiori possibilità, che per convincere i pesci, ma attenzione che non tutti i regolamenti permettono di utilizzare il fluorocarbon, quindi informatevi prima e nel caso affidatevi senza remore a un buon cavetto in titanio o acciao, purché abbia un libraggio adeguato e sia di buona fattura!

Approccio

Un’ultima cosa, forse la più importante, il luccio è un predatore molto particolare che alterna brevi momenti di attività, ad infinite ore, o anche giorni, di apatia. Non dovrete demoralizzarvi nel caso in cui i cappotti iniziassero ad incombere sulla vostra testa senza mai concedervi neanche una cattura, ma anzi dovrete insistere e insistere ancora perché ogni lancio potrebbe essere quello giusto.

Ora non vi resta che andare in riva al lago e cominciare a lanciare, con la speranza che un grosso luccio decida di abboccare alla vostra esca.

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Su Davide Cislaghi

Milanese di origine, ho iniziato da piccolo pescando le alborelle e i cavedani nel fosso che scorre nel cortile in cascina dai nonni. Ho sempre avuto la canna da pesca in mano e nel corso della mia vita ho poi praticato quasi tutte le tecniche di pesca. Da 2016 vivo in Trentino e mi dedico alla pesca delle grosse trote di fiume, ma anche del luccio quando la stagione della trota è chiusa. La mia tecnica preferita è lo spinning, ma non disdegno qualche pescata a mosca...

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