
Mi ricordo ancora la prima canna da pesca che mio Zio mi regalò all’età di 6 anni, una Daiwa telescopica per pescare con il galleggiante. Da li iniziò con il passare degli anni, tutto quello che poi diventò la mia passione più grande.
Da bambino passavo giornate intere a sfogliare riviste di pesca rimanendo affascinato da quegli articoli che parlavano di specie di pesci incredibili catturati dall’altra parte del mondo oppure quelli che parlavano su come fare le montature quale attrezzatura scegliere ecc ecc. in poche parole quando aprivo una di queste riviste era come sognare ad occhi aperti.
Oggi il mondo della pesca è cambiato. Con l’avvento dei social media si riesce ad avere informazioni sul mondo della pesca raggiungibili a tutti senza necessariamente comprare una rivista.

Se da una parte si ottiene un riscontro di informazione molto positivo dall’altro si creano discussioni tra pescatori che fanno riflettere su quanto questo piccolo mondo non sia unito ma bensì in totale conflitto. Un ragazzo che si avvicina al mondo della pesca oggi viene spesso influenzato, considerando il voler apparire più importante del vero piacere che la pesca è in grado di trasmettere
Questa aspetto, di voler apparire a tutti i costi, i bambini non ce l’hanno ancora, ed è proprio a loro che bisogna rivolgersi per trasmette quelle emozioni che ci hanno trasmesso a noi i nostri zii, nonni o chiunque ci abbia fatto capire che il vero senso della pesca sta li, con una canna che man mano, senza telefono, aspettando di vedere sparire quel galleggiante ancora una volta.