
A tutti noi è capitato almeno una volta di rompere la propria canna da spinning, proprio nel bel mezzo della nostra migliore sessione di pesca. Ed ovviamente abbiamo dato la colpa ad un difetto di produzione. Molti di noi però non sanno che il motivo principale per cui una canna si rompe è da attribuire a noi stessi, alla nostra inesperienza o più spesso alla nostra disattenzione. Tutto ciò non ci fa dei cattivi pescatori, è solo la conseguenza meccanica di alcune nostre azioni, molto spesso fatte involontariamente o sbadatamente.

Ecco quindi i nostri 5 consigli per non rompere mai la vostra canna da spinning
Fai sempre attenzione all’inclinazione della canna.
Un pescatore attento non porta mai la sua canna oltre i 45° di inclinazione. Con un angolo di inclinazione basso la curvatura rimane nella parte bassa della canna, quella più vicina all’impugnatura e quindi più resistente. La cima della canna è molto più affusolata per garantire la massima sensibilità in pesca ed una miglior leva di lancio, ma è per natura molto più fragile. La maggior inclinazione verticale della canna, oltre i 45°, sposta la massima curvatura della canna verso la cima, molto vicino o ben oltre il punto meccanico di rottura. Pertanto prestate sempre molta attenzione all’inclinazione, specialmente in fase di combattimento. Più la canna si avvicina alla verticale, meno pressione eserciterete sul pesce; farai la stessa fatica ma in questa posizione la canna non lavorerà per te. In caso di combattimenti particolarmente impegnativi, con prede che possono sollecitare molto la tua canna, assicurati quindi di effettuare pompate corte e veloci, assecondando le reazioni della preda.

Mantieni sempre la pressione costante sul pesce.
In questo modo non darai mai modo alla tua preda di riposare, riducendo al minimo le pericolose ripartenza. Se riesci ad esercitare e mantenere una pressione costante, potrai combattere qualsiasi preda. La pressione, la lenza tesa, è il segreto per ridurre al minimo ogni rischio. Se utilizzi fili trecciati di nuova generazione considera sempre che gran parte della pressione è assicurata dal trecciato stesso; non sottovalutare mai questo aspetto per non correre il rischio di sovraccaricare la canna, portandola oltre il limite meccanico di rottura. Il filo tracciato è sicuramente il tuo miglior alleato ma anche il tuo peggior rischio se non gestito al meglio. In quest’ottica assicurati sempre la perfetta combinazione trecciato/finale per spostare su quest’ultimo l’eventuale punto di rottura salvando il tuo attrezzo. In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale la frizione del mulinello che deve essere tarata sul carico di rottura del filo ma nel caso di libraggi grossi va tenuto conto, appunto, della tenuta della canna. Guarda l’azione corretta in questo video.

Usa il guadino ed apri l’archetto del mulinello.
Soprattutto se peschi dalla barca. La canna infatti non è un raffio, non è stata progettata per issare a peso morto il pesce. Usa sempre il guadino per recuperare la tua cattura o, se non ne hai uno in possesso, recupera la lenza con la mano nella parte finale del combattimento, soprattutto con prede di taglia. Se peschi dalla barca il porta canne può essere un valido alleato per evitare di inclinare la canna oltre i 45°. Ricordati anche di aprire immediatamente l’archetto del mulinello per alleggerire la pressione sulla canna. Fai sempre passare il filo tra i passanti della canna, in fase di montaggio, tenendola sempre con un angolazione inferiore ai 45°. Molto spesso anche in questa fase si tende a tirare il filo con la mano inclinando la canna in verticale sollecitando incredibilmente la vetta.

Occhio ai dati riportati sulla canna.
uesti valori sono la prima importantissima informazione in tuo possesso e non vanno mai sottovalutati. Tutte le canne, soprattutto quelle di maggior pregio, sono state progettate e sviluppate con la massima cura e le tecnologie più avanzate. In fase di progettazione sono state sottoposte a crash test estremi che sono alla base dei dati riportati sulla canna. Il CW (casting weight,la potenza di lancio), l’azione della canna e, se disponibile, il carico di rottura (il più delle volte indicato in relazione a 2 diversi gradi di inclinazione) ti forniscono tutte le informazioni necessarie per sapere se la canna da te scelta è adatta al tuo tipo di approccio. Tienine buon conto e non portarti mai oltre i limiti indicati. L’utilizzo di esche sovradimensionate, oltre il CW indicato, può causare la rottura della canna in fase di lancio.

Presta sempre la massima attenzione durante il trasporto.
Questa per assurdo è la fase più delicata, il momento in cui la nostra soglia di attenzione è al livello più basso. Molto spesso infatti sono proprio i micro urti accidentali, quelli causati durante le fasi di trasporto tra i vari componenti delle canna, a causare minuscole e quasi invisibili scalfiture della parte superficiale del carbonio che compone la vostra canna. Lo spessore del carbonio, soprattutto nelle canne di livello più alto, e veramente sottilissimo ed anche la minima scalfitura può indebolirlo incredibilmente. Utilizza quindi sempre un buon fodero, meglio se imbottito. Assicura sempre tra di loro le sezioni dell’attrezzo con due fascette di buona qualità, assicurandoti di distanziare tra di loro le sessioni proprio intercalando le fascette tra le sezioni. Presta sempre attenzione alle fasi di navigazione, assicurandoti che le canne non in pesca siano custodite in un posto sicuro e ben protette. In auto cerca di posizionarle sempre in un punto sicuro. Il più delle volte, se non trasporto molte persone, è consigliabile porle inclinate a 45° appoggiate a terra nel sedile passeggeri, con la punta appoggiata allo schienale leggermente reclinato. E stai attento alle portiere!!!.. le tue peggiori nemiche.

Consiglio bonus.
Quando ti capita di incagliare la tua esca è scontato consigliarti di non tirare troppo con la canna ma di tirare il filo avvolgendolo sull’avambraccio così da non tagliarti. Ma è importante stare attenti anche in quelle fasi di incaglio di poca entità, quando con un richiamo di canna si libera facilmente l’esca; in queste fasi l’esca liberata potrebbe inavvertitamente rimbalzare sulla canna e danneggiarla magari in maniera microscopica procurando micro scalfitture letali in occasione di una eventuale ferrata successiva.